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Ricerche in corso sui Magazzini Romani - ROMA – OSTIA – PORTUS

Couverture

 

RICERCHE IN CORSO SUI MAGAZZINI ROMANI ROMA – OSTIA – PORTUS Incontro di studio 13-15 Aprile 2011 Roma, Museo Nazionale Romano – Palazzo Altemps

L’esigenza di dedicare tre giornate di discussione allo studio dei magazzini romani nasce dalla collaborazione scientifica di un gruppo di studiosi che da alcuni anni svolgono progetti di ricerca legati alle problematiche dell’approvvigionamento della città di Roma ed in particolare allo stoccaggio delle merci destinate alla popolazione urbana:

  1. Il progetto europeo Ramses2 (2006-2008) “Magazzini e traffici annonari nel Mediterraneo. Antichità – Tempi moderni”, che ha permesso all’Atelier Archéologique Ostie-Portus1 di riprendere lo studio degli Grandi Horrea di Ostia.
  2. Il programma di ricerca “Magazzini e luoghi di stoccaggio del mondo greco-romano antico”, finanziato dall’Agence Nationale de la Recherche francese (2009-2012), all’interno del quale l’Atelier Archéologique Ostie-Portus ha avviato uno studio sistematico dei magazzini ostiensi e portuensi.
  3. Le indagini archeologiche compiute da circa un decennio dalla British School a Porto, sotto la direzione scientifica di Simon Key, che hanno permesso di ricostruire lo sviluppo topografico dell’area portuale attraverso l’esecuzione di prospezioni elettromagnetiche e dello scavo condotto nel cosiddetto Palazzo Imperiale.
  4. Il programma di ricerca della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma nel Rione Testaccio, volto a integrare e sistematizzare i dati e a realizzare indagini specifiche, per migliorare il quadro conoscitivo in un’area strategica della città per lo stoccaggio delle merci; al suo interno si colloca anche lo scavo del  Nuovo Mercato di Testaccio, che ha indagato, tra il 2005 e il 2009, una superficie di circa un ettaro.

Lo stretto rapporto tra Roma e i suoi porti in età antica ci costringe oggi a riflettere unitariamente su tre realtà topograficamente molto diverse ma in intima connessione tra loro, che costituirono un complesso sistema su cui si fondava l’organizzazione dell’approvvigionamento della capitale dell’impero. Infatti, le merci provenienti dalla penisola italica o dalle province, arrivavano attraverso il Mediterraneo, prima solo ad Ostia e a partire da Claudio anche a Portus, dove venivano stoccate per essere poi trasportate a Roma. Giunte in Urbe, le merci venivano scaricate e stoccate in aree di scalo precise, come la pianura subaventina, ma anche in altre zone lungo il Tevere, per essere successivamente smistate e distribuite in altri spazi della città. Tuttavia pur essendo abbastanza chiara la cornice topografica di tale percorso, manca ancora una strutturazione dei dati specialmente dal punto di vista architettonico e funzionale.

L’incontro, dunque, si prefigge di raccogliere un campione rappresentativo delle ricerche in corso, al fine di aprire un dibattito intorno a problematiche comuni e condividere alcune riflessioni per dare nuovo impulso alla ricerca.

In particolare, sia nel centro dell’Urbs che ad Ostia e Portus, è possibile riconoscere una certa ricorrenza e regolarità nella forma, nelle proporzioni e nel funzionamento dell’unità di stoccaggio, almeno per quando riguarda i grandi edifici di immagazzinamento. Queste particolarità comuni potrebbero testimoniare una pianificazione mirata nella costruzione di tali edifici. Tuttavia l’organizzazione e la funzionalità dello stoccaggio nelle principali aree di immagazzinamento dell’Urbe non è ancora molto nota; altrettanto si può dire per quanto riguarda il suburbio, ove molti contesti non sono ancora conosciuti in quanto derivano da ricerche recentissime. Pur riconoscendo, infatti, delle ricorrenze nelle caratteristiche tecniche dell’unità di stoccaggio romana, rimangono ancora aperte molte domande e occorre una revisione dei dati concernenti tanto i complessi noti, quanto i nuovi edifici che possono essere interpretati come horrea. Esiste realmente una tipologia univoca di magazzino a Roma e nei suoi porti, diffusa poi come modello nel resto del Mediterraneo? A questo proposito sarà utile l’analisi di differenti forme di stoccaggio e di edifici con funzioni d’immagazzinamento che non si associno direttamente a “modelli” e planimetrie di riferimento noti, per comprendere le forme di conservazione delle merci e il processo evolutivo di tali strutture architettoniche.

La prima giornata sarà dedicata allo scavo del Nuovo Mercato di Testaccio a Roma. L’indagine, nata da un intervento di archeologia preventiva per la realizzazione di un nuovo mercato cittadino con annesso parcheggio interrato, ha preso velocemente l’aspetto di uno scavo estensivo di tutta l’area interessata, che superando le necessità legate alla tutela, si è trasformato in un articolato progetto di ricerca e valorizzazione. Lo scavo presenta alcune potenzialità insite nella possibilità di eseguire un così ampio intervento all’interno della città storica e urbanizzata e, specificatamente per questo incontro di studi, di indagare una porzione del quartiere commerciale di Roma antica, aggiungendo così nuove informazioni alle modalità tecniche, costruttive, funzionali e ai materiali presenti nell’area. I primi risultati della ricerca che verranno presentati in questo incontro, pur non essendo ancora definitivi, permettono inoltre di comprendere l’occupazione dell’area tra la fine dell’età repubblicana e l’età tardo-antica.

Le discussioni delle successive due giornate si svilupperanno intorno a tre tematiche specifiche:

  1. Il primo argomento trattato cercherà di delineare un quadro generale sull’inserimento topografico dell’aree di stoccaggio. Sarà interessante non solo individuare le testimonianze archeologiche sul territorio (Ostia, Portus, Roma ed il suo Suburbio) ma anche studiarne la distribuzione cercando, ove possibile, di comprendere la logica funzionale della concentrazione di aree d’immagazzinamento o d’identificare le relazioni tra i magazzini, il tessuto urbano , e le reti viarie, fluviali o marittime.
  2. Il secondo campo di discussione affronterà il tema dei magazzini antichi da un punto di vista più tecnico, tentando di definire le caratteristiche essenziale dell’architettura dello stoccaggio. Oltre all’analisi planimetrica degli horrea, saranno affrontate, attraverso la comprensione dei processi costruttivi, l’identificazione degli elementi distintivi legati alla cella di stoccaggio.
  3. L’ultima tematica verterà infine sulla riflessione riguardo la funzionalità dei magazzini, prendendo in considerazione diversi elementi quali la circolazione interna ed esterna ai magazzini, la movimentazione e la tipologia delle merci stoccate, il calcolo delle capacità di stoccaggio e l’analisi dei dispositivi annessi, ad esso strettamente legati (presenza di pavimenti, di sistemi d’illuminazione e di aerazione delle celle, presenza d’impianti idraulici, ecc.)
  4. Durante queste due ultime giornate, pochi brevi interventi permetteranno di aprire la discussione intorno alle tematiche individuate ma il dibattito sarà soprattutto alimentato dai nuovi dati esposti nei 23 poster presentati.

Evelyne Bukowiecki
Renato Sebastiani
Mirella Serlorenzi


Organizzazione

Alice Ancona (SSBAR)


Evelyne Bukowiecki (Atelier Archéologique Ostie-Portus)
 

Maria Laura Cafini (SSBAR)


Valentina Mastrodonato (SSBAR)


Renato Sebastiani (SSBAR)


Mirella Serlorenzi (SSBAR)

 

 

PROGRAMMA - INCONTRO DI STUDIO SUI MAGAZZINI ROMANI

Call for evidence

 

 

 

Presentazione

Evelyne Bukowiecki, Renato Sebastiani, Mirella Serlorenzi
Testo “Présentation”

 

Introduzione

Catherine Virlouvet
Testo “Virlouvet – Introduction – Texte”
Video: